In questi giorni stavo riflettendo sul mese di ottobre : quale mese missionario ?. Dalla Bibbia ai documenti della chiesa, dalle testimonianze di chi mi ha preceduto alla mia esperienza di missionario.
Necessità dell’annuncio del Vangelo e di Cristo come l’unico salvatore. “Guai a me se non annuncio il Vangelo”, dice Paolo Apostolo.
Mentre vagavo tra tanti buoni pensieri, ricevo un sms al mio telefonino. È un giovane di 28 anni. L’avevo conosciuto a Boda nel 1999. Veniva da un villaggio della foresta della Lobay. La famiglia, come tante altre, non aveva mezzi per farlo studiare. Venne a Boda, dove ci sono le scuole superiori, e si decise di aiutarlo. Non ricordo bene se l’ho battezzato o l’ho aiutato nella preparazione della prima comunione.
Riuscì negli studi e venne a Bangui per gli studi universitari o simili. Una famiglia d’Italia lo accolse come loro figlio e, con i frutti del loro lavoro, gli permisero di terminare gli studi. Frequentò anche la scuola per l’amministrazione pubblica. È riuscito e in questi giorni c’è stato il decreto del ministro per l’assunzione. Mi annuncia la buona notizia, ma aggiunge che per sei mesi dovrebbero lavorare senza salario, poiché il loro “Gruppo” non è stato inserito nel preventivo dell’anno in corso. Bisognerà aspettare l’anno prossimo. A lui di concludere: “Padre, soffro la fame!”.
Tante belle iniziative, tanti studi fatti, tanta Parola di Dio ascoltata, tanta buona volontà, tanto desiderio di fare del bene, ma !! « soffro la fame »
Che dire e che fare ? Penso alla mia vita, alle mie sicurezze e certezze. Tante iniziative, tante parole piene di buona volontà. Una vita donata per gli altri, ma alla fine resta questa affermazione « Padre soffro la fame ».
Gli ho risposto : « vieni a trovarmi ». L’ho aiutato ma non ho risolto il suo problema.
Ho capito che non sono gli atti di carità e di condivisione che mancano. Tutti, noi e voi, ne facciamo. Ciò che è necessario è una vita di carità con scelte che cambiano il vivere sociale.
Mi sento povero e incapace.
Talvolta sento una rabbia dentro di me quando sento parlare di certi compensi o stipendi ; quando le immagini di mondi diversi si mettono a confronto ; quando si pensa all’altro come qualcuno che mi disturba, mentre non si pensa alla sofferenza che lo abita ; quando si giudica colpevole della propria situazione chi è nella miseria e non si pensa ad una possibile responsabilità da parte di chi sta nell’abbondanza !
Quanto sono piccolo, direbbe Giobbe, di fronte a tanti drammi ! Come posso pretendere di suggerire a Dio cosa dovrebbe fare invece di mettermi in ascolto della sua Parola che può salvarmi, cioè indicarmi la strada da percorrere!
Alzo lo sguardo verso il Cristo crocifisso e, ancora una volta, chiedo : perché?
Annunciare la Buona Novella e ripetere senza fine « Dio è misericordia » non sembra essere sufficiente per quanti dicono : « soffro la fame ».
In quel « soffro la fame » ci sono tutti i mali possibili. 10.000 fanciulli non possono andare a scuola poiché le aule scolastiche sono occupate dai ribelli armati (in Centrafrica, secondo il porta parole dei caschi blu). I feriti, dopo le incursioni dei ribelli, (27 settembre 2016, Centrafrica) vengono trasportati all’ospedale della cittadina vicina di Bokaranga, ma non ci sono né medicine né medici in grado di intervenire. A queste mie referenze, ognuno di voi potrebbe aggiungere quanto ha occasione di vivere, di vedere, leggere o ascoltare ogni giorno. « la guerra è decisa da chi non la fa, mentre è fatta da chi non la vuole ». Poveri noi !!! « La guerra » è ogni situazione di sofferenza e di morte.
E allora ? Le mani alzate verso il cielo pronte ad agire secondo il volere di Dio per il bene di tutti. Abitati da tanta speranza e amore, combattiamo la nostra comune battaglia per un mondo fraterno, ovunque il Signore ci abbia chiamati nella nostra esistenza.
p.Giorgio