P. Maurizio Binaghi ci scrive dal Kenya

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Carissimi,
Nairobi, Natale 2017
Carissimi amici permettetemi queste poche righe per augurarvi di tutto cuore: Buon Natale!
Da Nairobi, dalla nostra baraccopoli, dai nostri centri per ragazzi di strada: Buon Natale.
Natale e’ la festa della vita, del Dio che nasce tra di noi, che pianta la sua tenda (proprio come i profughi e gli immigrati…) in mezzo a noi.

Eppure anche questo Natale avra’ un sapore diverso, qui da noi. Proprio oggi mentre scrivo ho ricevuto la notizia che uno dei ragazzi dei nostri centri e’ stato ucciso dalla polizia due giorni fa. 17 anni, gli ultimi 5 vissuti sulla strada, Kenny era un tipico ragazzo di strada che sopravviveva grazie a quello che raccoglieva ogni giorno sulla discarica dove andava  a cercare- tra  rifiuti dei piu’ ricchi- l’immondizia che gli permetteva di vivere.  La strada gli aveva insegnato che per sopravvivere ci si deve arrangiare…anche a fare cose non proprio giuste e per questo era spesso arrestato. Cosi’ e’ stato anche la settimana scorsa: arrestato per l’ennesia volta per essere stato trovato in posseso di un telefonino… non suo. Arrestato ma poi rilasciato perche’ nessuno ha sporto denuncia. Ma la polizia qui non va per il sottile: quando mettono gli occhi addosso a questi giovani che “sopravvivono” sulla strada (e della strada…) e quando non riescono a metterli in prigione non esitano ad ucciderli: quasi un ragazzo ogni settimana viene infatti ucciso dalla polizia che e’ corrotta piu’ che mai e che fa da sicario al miglior offerente.
Durante la nostra Messa comune di tutti i centri che abbiamo celebrato in Agosto, Kenny e un altro ragazzo all’Offertorio hanno portato all’altare il segno forte e scandaloso del loro desiderio di cambiare vita: 20 coltelli e armi da taglio varie che la loro banda usava per derubare i passanti. Davvero un segno unico, forte e che ha gridato il loro desiderio di vita. Una vita che Kenny ha perso in una notte piovosa e umida qui nella baraccopoli con la faccia e il sangue riversi su una mucchio di rifiuti. Ho ancora tutti i coltelli nel mio ufficio, Kenny ha voluto che li tenessi io come pegno della sua promessa, promessa di una vita che non e’ mai sbocciata.
A Natale, mentre celebrate la vita, la vita del Cristo  che nasce, ricordate e celebrate anche la vita, il desiderio di vivere e di rinascere di Kenny e di quelli che come lui sono le vittime della violenza senza senso della baraccopoli, luogo, purtroppo, dove la vita non ha alcun valore.
E celebrate anche la vita di Ian, morto la scorsa settimana da complicazioni per l’epilessia e le convulsioni che lo hanno consumato a 12 anni. Ian era un assiduo frequentatore (quando stava bene) di uno dei nostri centri: il Boma Rescue. Anche lui trovato mentre aveva le convulsioni 3 anni fa steso nella discarica e circondato da altri bambini-uomini spaventati. Ripulito e curato lo abbiamo mandato a scuola ma ormai il suo giovane corpo non e’ riuscito a recuperare e a rimettersi. Lui almeno siamo riusciti a rincongiungerlo con la madre, pochi mesi prima della morte. Anche lui vittima troppo giovane di una poverta’ che sopravvive di immondizia.
Il Dio bambino che nasce in mezzo a noi ci sfida ad incontrare tutti coloro che sono ai margini, tutti coloro che sono esclusi, tutti coloro che sono respinti perche’ anche lui, emarginato, escluso e respinto, ci insegna e ci dona la vita. Il Cristo che nasce ci invita a ri-nascere, ad essere uomini e donne nuovi che onorano la vita, che accolgono la vita, che accolgono le vite spezzate e poco popolari- magari fastidiose e ingombranti, anche non belle- le vite di chi cerca la vita, chi cerca di rinascere, di sperare e sognare di nuovo. Facciamo che sia davvero Natale: Natale di vita, Natale di accoglienza, senza se e senza ma, Natale di Amore.
E che Natale sara’ qui? Be quest’anno proviamo a cambiare: invece di fare il presepe nei centri per i ragazzi di strada, abbiamo deciso di Essere Presepe.
Dopo la Messa di Mezzanotte (che qui sara’ alle 8 di sera per motivi di sicurezza...) io e alcuni membri dello staff andremo nella discarica e nelle zone piu’ remote dove i ragazzi di strada dormono in quelle che loro chiamano “Basi” - grotte scavate nell’immondizia e nei rifiuti resi umidi e marci dalla pioggia e dove passano le loro notti in gruppi di 6-7 per proteggersi e scaldarsi. Li’ abbiamo deciso di passare la nostra Notte di Natale, li’ vogliamo celebrare la nascita del Figlio di Dio,  li’ celebreremo la vita dei nostri poveri Cristi, dei nostri ragazzi che nelle loro grotte, come in quella di Betlemme, cercano e sognano la vita. Li’ il Figlio di Dio nasce e porra’ la sua tenda tra di noi. E sara’ un privilegio, un onore, entrare nelle grotte buie e umide, che sono le loro dimore. Sara’ un privilegio e un onore sentirsi accolti e celebrare il Natale di Dio con i prediletti del Signore.  
Ma questo Natale per me e’ anche un Natale di gratitudine e ringraziamento anche per tutti voi che mi accompagnate ogni giorno sulle strade di questa immensa baraccopoli. Gratitudine perche’ non mi lasciate mai solo: le vostre preghiere, la vostra amicizia, il vostro affetto, il vostro amore, il vostro sostegno mi danno vita, mi aiutano ad essere vita, mi fanno celebrare la vita. Grazie!!
E allora insieme, anche se lontani ma vicini piu’ che mai, celebriamo l’amore. L’amore del Dio che si fa uomo, l’amore del Dio che pone la sua tenda tra noi, l’amore che ci cambia, ci trasfroma, ci fa vita. Celebriamo l’inizio senza fine della vita che il Figlio di Dio ci dono sempre e solo per amore: diventiamo vita, facciamo Natale, diventiamo amore.
E per il 2017 un augurio: che l’anno nuovo ci renda inquieti per incontrare, ci apra il cuore e la vita per accogliere, ci renda desiderosi di amare, ci renda vita.  Che il nuovo anno di amore ci faccia cercatori e datori di vita e di amore.
Da Nairobi, Buon Natale, Buon Natale di Dio, Natale di amore, Natale di vita.
P.Maurizio

P. Maurizio Binaghi ci scrive dal Kenya



Data pubblicazione: 23/12/2016

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