P. Farronato Elio ci scrive da Bibwa (Rep. Dem. Congo)

Certo per pensare così bisogna andare un po’ contro corrente ma la nostra vita è una lotta, ci dice la Parola di Dio, e siamo sostenuti dalla presenza amorosa di Gesù. È bello rivolgersi a Lui nei momenti di fatica e gustare del conforto di sentire quanto ci ama. Quando mi sento un po’ stanco penso a Lui e subito la mia vita s’illumina di gioia e di confidente attesa.
In questi giorni sono particolarmente impegnato, perché il parroco, dall’inizio di maggio, è in vacanza e sotto cure mediche, perciò devo sostituirlo. Il nostro economo poi è dovuto partire improvvisamente perché la mamma si è aggravata e infine il nostro giovane confratello congolese che segue la pastorale giovanile è assente da questa settimana fino alla fine del mese. Sono in comunità con altri due confratelli studenti e verrà a sostenermi anche un vecchio amico, il padre Bepi Simoni, un missionario prezioso, pieno di amore di Dio e di misericordia. Mi aiuterà soprattutto per assistere le due comunità parrocchiali distaccate dal centro. In questa situazione mi è difficile trovare il tempo per altri servizi e per potervi scrivere. Lo faccio quindi un po’ in fretta ma sempre con la gioia di mettermi in contatto con voi.
A parte questo, posso dire che la mia vita è piena di gioia anche in mezzo a parecchie preoccupazioni. Sono sempre in mezzo a gente molto povera in una zona di estrema periferia, oltre l’aeroporto internazionale di Kinshasa, dove manca l’elettricità e dove l’acqua è un bene prezioso e anche costoso. Bisogna andarla a prendere, fare la fila per riceverla, e infine trasportarla a casa; ci si accorge allora quanto pesa. Dovendo poi assicurare la manutenzione dei pozzi, che scendono anche fino a ottanta metri,  si pagano dai 20 ai 40 centesimi di dollaro per cento litri, e anche questo è un altro peso sul povero bilancio.
Nonostante tante difficoltà, a volte quasi insuperabili, i nostri fratelli e sorelle vivono con serenità e grande speranza. Senza fare spese inutili, a volte devono fare salti mortali per assicurare il nutrimento ai figli e la loro istruzione. Nella speranza di donare ai propri figli un avvenire migliore s’impegnano affrontando con serenità sacrifici molto pesanti. Non devono solo procurare per i figli libri e materiale scolastico, ma pagare anche gli insegnanti. Eppure vengono da me soprattutto per avere una parola di conforto, una preghiera che li aiuti nelle varie difficoltà. Ricordo una sposa, venuta da me per lamentarsi dello sposo, non tanto per condannarlo quanto piuttosto perché aiutassi entrambi a capirsi: sono riuscito a farli incontrare e mi sono commosso nel vedere con quanta attenzione seguivano i miei consigli e quanto desiderio avevano di superare insieme le difficoltà. Tanta è la gente che soffre e viene da me per un conforto: io sento di poterlo dare soltanto perché è Gesù che opera.
La mia vita quindi è di seminare gioia e conforto con l’amore che viene da Gesù. È bello vivere con Gesù, annunciare Gesù, io sono felice di avergli detto di sì e di servirlo nei fratelli. Negli anni settanta quando feci l’esperienza nel rinnovamento dello spirito, una giovinetta mi lesse alcune parole del profeta Isaia, che san Matteo applicava a Gesù:
«Ecco il mio servo che io ho scelto; / il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. / Porrò il mio spirito sopra di lui / e annunzierà la giustizia alle genti. / Non contenderà, né griderà, / né si udrà sulle piazze la sua voce. / La canna infranta non spezzerà, / non spegnerà il lucignolo fumigante, / finché abbia fatto trionfare la giustizia; /  nel suo nome spereranno le genti» (Mt12,18-21)
Non ho più dimenticato queste parole, mi si sono rimaste impresse nel cuore divenendo la guida della mia vita missionaria e sacerdotale. In quest’anno della misericordia, io che ho gioito sperimentando il dono della grande misericordia da parte di Gesù e del Padre, sono felice di poterla testimoniare in mezzo a questi fratelli e sorelle, poveri di mezzi ma ricchi di fede e di amore, assetati di Dio. Voi capite che per me il servizio missionario è motivo di grande gioia e desidero di poterlo continuare fino a che ne avrò le forze. Ringrazio ogni giorno Gesù che mi ha chiamato a questa vita. Sono stato chiamato ad annunciare il suo amore e vivere quindi immerso in esso. E cosa c’è che dia una gioia più grande che l’esperienza dell’amore? Sono un vero privilegiato, chiamato a vivere nella gioia di Gesù.
Termino queste mie confidenze di amicizia richiamando la festa dell’Assunta. «Gesù sulla croce vedendo la mamma e accanto a lei il discepolo che amava, disse alla mamma: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese con sé». Vorrei rilevare che quel discepolo di cui non si dice il nome, è ciascuno di noi, e che la Mamma, salita al cielo, partecipa dell’onnipotenza del Figlio e si prende cura di ciascuno di noi per educare il nostro cuore come ha educato il cuore di Gesù. Affidiamoci alle sue mani materne perché ci conduca tutti a Gesù.
Vi abbraccio tutti con affetto, vostro fratello Elio



Data pubblicazione: 01/09/2016

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